mercoledì, ottobre 09, 2013

Perchè sono vegana







Perchè sono vegana

di Donata Sartorio









Intanto questo succede più di vent’anni fa, nei miei early forties, quando decido di cominciare a trattarmi meglio, più di quanto abbia fatto fino ad allora. Volendomi piu’ bene, anzi “facendomi” del bene invece che niente, o del male. Un lavoro lungo e interessante, su di me, con me, un percorso durante il quale sto incontrando amici in sempre maggiore sintonia e sempre più numerosi.

Provo a spiegare. 

Secondo i miei canoni di allora, sto benissimo. Mi sento “perfetta”, anche se non molto “leggera” (in kg) ma libera, nonostante i miei ritmi frenetici. Mangio tutto, talvolta in modo eccessivo, e mi piace tutto, tartare, ostriche carpaccio, parmigiano, mozzarella, filetto, risotto alla milanese ecc, bevo del vino, (poco!), qualche whisky, talvolta una vodka (secondo me più pura!!!!). Solo, ogni tanto, ho dei gran mal di testa. Mai avuta una malattia grave, o evidente. Per abitudine però prendo svariate medicine, soprattutto optalidon e aspirine per qualunque problema. Queste preventive, quelli per i mal di testa, e talvolta esagero. Nell’89 conosco Michelangelo Chiecchi, reflessologo, 36 anni, di Monza, diploma Isef e 4 anni di medicina a Pavia, da cui si toglie per andare a studiare Natural Health in Canada e Stati Uniti. Lui, che tutti chiamano Doc, mi incuriosisce per le sue teorie salutiste apparentemente assurde: in effetti, come constato mesi dopo, logiche, serie e concrete. Dopo un primo trattamento di reflessologia plantare, il Doc mi comunica che i miei organi sono completamente privi di energia, sfiniti. So di avere un ritmo di vita troppo veloce, dirigo due giornali, fumo, bevo caffè e cappuccini e mangio come tutti. Insomma, come qualunque altra giornalista di moda che ha giustamente addosso molte responsabilità: ideologiche, estetiche, finanziarie, economiche e logistiche. In quel periodo non “fidanzata”. Adoro il mio lavoro, che funziona alla grande, senza mai fermarmi a riflettere seriamente sulla mia salute psicofisica. Tutti peraltro mi trovano in forma, abbastanza… dicono.
A fine trattamento il Doc mi chiede di eliminare per almeno tre mesi tutti i cibi contenenti tossine animali, secondo lui altamente dannose, e quindi verificare cosa mi succede. Scoppiano grandi liti, perché la mia mente fortemente razionale non accetta che il cibo e tutto quanto beviamo e fumiamo influisca in maniera diretta e spesso violenta sul “come stiamo”. A livello di salute ma anche di umore, sentimenti ed emozioni. Il Doc non propone una cura o una dieta, ma un vero e proprio Sistema di Salute Naturale che prevede un totale cambiamento del mio stile di vita di allora. Che tutti giustamente ritengono fascinoso e pieno di glamour, ma secondo il Doc pessimo per la mia vita. La sua proposta è radicale, è Vegana, cioè più che vegetariana: un modo di vivere, di pensare e di scegliere fuori dal comune. Che comunque dentro di me voglio rendere altrettanto glamourous e affascinante.
Quando accetto, tolgo da subito mozzarelle, tartare, gamberoni, caffè e sigarette, e anche le medicine. All’inizio le reazioni di fisico e umore sono preoccupanti. Ma ho già fatto qualche soggiorno da Henry Chenot, grande maestro di Detox con ispirazione orientale, e ho verificato che quando cominci la fase di disintossicazione, le tossine che escono dal tuo corpo ti lasciano grande malessere. Entrambi mi spiegano che è in quel momento, e da allora in poi sempre, che non devi più toccare medicine tradizionali, altrimenti ricomincia il percorso maledetto. Dell’ intossicazione, ma anche di svariate forme di addiction con una pericolosa serie di effetti secondari.
Nel tempo vedo su me stessa cambiamenti fisici ed emotivi reali, anche se occorre molto più di tre mesi. Un anno più tardi sono convinta, più forte e serena. Mangiare così sta diventando un piacere: la disciplina spiegata dal Doc non è più un obbligo ma la scelta di un sistema di vita che condivido. La parte “cibo in casa” è facile: compro solo quello che mi piace e so che mi fa bene. Ma la parte “relazioni sociali” diventa difficile. Per chi ti invita, tu, da allora e per sempre, diventi un diverso, un alieno. Tanti, per simpatia, ti preparano verdure in quantità doppia rispetto agli altri ospiti, parecchi, non conoscendo le regole, si sentono comunque in difficoltà. Alcuni, più aperti o curiosi, chiedono motivazioni e ricette, altri sono, (e rimangono) testardamente e violentemente contro. Alla lunga, per loro, ma mai per me, rappresento un problema. Pazienza.
Informazioni necessarie: il Vegano è un vegetariano che, oltre alla carne e al pesce, elimina dalla sua alimentazione tutti i cibi che contengono proteine “animali”. Compresi burro, latte, uova e formaggi, che producono noiosissime tossine. Spesso sono a cena da qualcuno che felicemente mi propone frittata con le verdure, fondue au fromage o patate al gratin con bèchamel. O allora bresaola, o prosciutto crudo però magrissimo. O peperonata e parmigiana di melanzane. Tutto sbagliato. Perché l’alimentazione vegana esclude anche le “solanacee”, melanzane, peperoni, pomodori, patate e tabacco, che contengono solanina, un alcaloide tossico per il nostro organismo. E l’alcol: in tutte le sue forme, in quanto è soltanto dannosissimo zucchero puro che ci entra in corpo.
Chiaramente non mi si invita più tanto spesso a cena, perché mi si considera “la noiosa”, quindi sono io che invito a cena in casa mia. Cresce comunque la mia voglia di far piacere anche agli altri. Per i quali apparecchio bellissime tavole, sontuose ed eleganti, e cucino quasi esclusivamente vegano, tra i complimenti di tutti. E sono sempre io con qualche deliziosa amica che mangia come me o quasi, a cercare nuovi posti dove acquistare e mangiare i cibi più vicini al sistema. Suggerimenti milanesi: le tre sedi del “Centro Botanico”, la catena di “Natura sì “, e i vari “Mens Sana”. Più tanti altri locali che stanno nascendo, e che frequento volentieri perchè faccio sempre più fatica a entrare nei pur modernissimi supermercati “normali”, dove sento puzza di cadavere (di carni, pesci, salumi, insaccati…). Oltre a spiacermi per loro, comincia a darmi fastidio anche l’odore che emana dai “poveracci” che continuano a farsi del male fumando, bevendo alcool e mangiando animali. Anche se so che è un loro problema.

A questo punto uno potrebbe chiedermi: “Ma chi te lo fa fare? E perché?

Unica risposta: perché il tema fondamentale è l’ energia. Ora, che sono tranquillamente certa della mia ormai antica scelta sto davvero bene, non prendo influenze, raffreddori né allergie. La qualità della mia vita è molto migliorata in quanto a salute, a lucidità psicologica e appunto all’ energia. Spesso le mie giovani assistenti mi guardano dubbiose quando chiedo di finire un lavoro con me anche tardi: io allegra e mai stanca, loro con l’aria disfatta…. In più è vero che non sento né dimostro i miei anni (ormai late sixties), che considero diversi dai precedenti: più generosi e ricchi di profondità e conoscenza, e tuttora magici e promettenti. L’etica e l’estetica rimangono in cima alle mie priorità. Nella mia casa, nel mio modo di essere, di vestire e di accogliere le persone. E forse è migliorato anche il mio carattere: decisamente più tollerante e possibilista. Pur essendo stata sempre positiva e ottimista, oggi sono ancora più curiosa, e rimango romantica, però anche coraggiosa, e devota: a me stessa e agli altri. Probabilmente grazie a questa immensa e solida base ”verde”, che influenza la mia vita in tutti i sensi.











4 commenti:

  1. A fronte dell'esperienza di Donata ho conosciuto persone (perfettamente sane), che dopo anni di tentativi e sofferenze, hanno dovuto abbandonare la dieta veg, perchè accusavano seri problemi di digestione. E questo non è avvenuto subito, ma dopo anni. Forse non tutti riescono a fare a meno delle proteine della carne. Questo almeno, sembra essere la conclusione delle esperienze di vita vissuta che ho conosciuto.
    Lucia S.

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    1. L'importante è crederci, il resto è aria fritta.
      Lollo

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  2. L'importante è informarsi, ascoltare il proprio corpo e prendere le proprie decisioni senza essere prevenuti. Caro Lollo hai sbagliato tutto! Giulietta

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  3. Vegetariano: è sufficiente consumare proteine animali da catena alimentare di terra corta e poco inquinante (volatili, rettili - perché no!-) evitando suini e bovini. per il pescato vale lo stesso discorso, bisogna prediligere piccole pezzature ed evitare tonni, spada ecc. (che hanno almeno 3-4 pesci più piccoli che si sono mangiati a ritroso nella catena).
    Renato Belisonzi

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